Ternana-Cagliari, l’analisi tecnica - vere.news vere.news

Ternana-Cagliari, l’analisi tecnica

Di Angelo Cerina

Analizzare tecnicamente le partite del Cagliari appare sempre di più un impresa ardua e ogni giornata che passa sempre più difficile.

Sembra quasi accanirsi terapeuticamente su un malato terminale, su un paziente oramai inoperabile.

Accertato senza alcun dubbio che la rosa del Cagliari è una rosa complessivamente mediocre, stabilito però che proprio la mediocrità è un comune denominatore del 90% delle squadre di questa serie B, ecco che il basso livello dei giocatori del Cagliari non può giustificare un gioco così imbarazzante ed un campionato da protagonisti della parte bassa della classifica.

Forse sarà il caso che da domani e con decisione la società inizi davvero a pensare ad un cambio dell’allenatore. Sì, perché è inutile girarci intorno ma oramai questo passo è assolutamente inevitabile se si vuole davvero non rischiare la Lega Pro, che se fino a ieri era solo una opzione impensabile oggi diventa una ipotesi da prendere in seria considerazione.

Il 442 del Cagliari contrapposto al 442 della Ternana ha prodotto soltanto per il Cagliari il 64% di possesso palla sterile e noioso, ma alla squadra di casa ha portato i 3 punti. La Ternana ha fatto appare chiaro da questa statistica così poco per vincerla, ma con questo Cagliari il poco sembra molto e basta e avanza.

Andreazzoli ha capito subito dopo il vantaggio, arrivato come al solito per la solita scelleratezza difensiva. Oggi è toccata ad Obert commetterla, ha capito subito di trovarsi di fronte al nulla cosmico, e che gli unici pericoli potevano scaturire dal prestare il fianco a qualche contropiede regalato al Cagliari per la smania di attaccare scoprendosi.

Ed è così, dopo il rigore messo a segno dopo pochi minuti, che ha pensato bene di mettere tutti i suoi uomini dietro la linea del pallone con i centrocampisti in protezione dell’area di rigore.

Su questa barriera il Cagliari è andato a sbattere, le poche volte che ha provato ad allargare il gioco sulle fasce – o meglio la fascia destra perché la sinistra è praticamente inesistente – ha creato qualcosa, altrimenti zero assoluto per tutti i novanta minuti.

La confusione totale che regna in panchina,la si è capita quando sotto di un goal a 20’ dalla fine, viene buttato dentro Pavoletti e tolto Lapadula, una punta per una punta come se il problema fosse non il gioco inesistente ma Lapadula, non di certo eccelso, ma che non è mai stato messo in condizione di fare una giocata vera.

Il rigore fallito dal Pavo – niente toglie e niente da a ciò che ho scritto e se lo avesse segnato non sarebbe cambiato di una virgola il mio commento – sarebbe cambiata e di poco solo la classifica che asfittica sarebbe rimasta in ogni caso.

Insomma una depressione assoluta e totale, per chi ha il Cagliari nel cuore ed anche per chi prova oggettivamente a giudicare ed a cercare di trovare degli spunti tecnici in in assenza totale di concezione tecnica del gioco del calcio. Forse oramai più che accanirsi terapeuticamente sarebbe il caso di cambiare medico e terapia,sempre meglio che chiamare a giugno le pompe funebri.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *