Di Ettore Martinez
Viola Bachini – Maurizio Tesconi “Fake People” – “Storie di social bot e bugiardi digitali” Indice edizioni, marzo 2020. Pagine 149, € 15,00
Come vi sentireste, se vi accorgeste dopo un po’ di tempo che la persona con la quale avete dialogato – e magari anche chattato su di un Social- in realtà è un bot? Cioè una intelligenza artificiale, un algoritmo, un ro-bot appunto?
Lasciando andare la Fantascienza, che su queste cose è stata maestra, ci sono anche oggi quelli che lo fanno consapevolmente. A livello di ricerca scientifica come pure a livello goliardico. Tipo quelli che pongono domande imbarazzanti a “Cortana” per vedere che effetto che fa, per intenderci. Visto che è “femmina”.
Ben diversa è la cosa se lo scenario è quello di un Social oppure di un sito per incontri. Questo libro inizia proprio rievocando l’affaire del 2015 di un sito di incontri per gente sposata (con sede in Florida), esploso abbastanza casualmente in seguito al furto dei dati a opera di pirati informatici. “Con chi chattavano allora le decine di milioni di uomini iscritti?” Il termine tecnico è chatbot.
L’importanza sempre maggiore degli spazi virtuali, sia a livello economico che politico, ha spinto sempre più a sviluppare l’intelligenza artificiale in grado anche di dialogare con gli umani. Sia allo scopo di poterne monitorare meglio i gusti e le convinzioni che di poterli manipolare.
Esiste quindi già da tempo un fiorente mercato dei bot e delle personalità fake e il costo dipende dalla quantità come pure dalla qualità del prodotto. Dalla capacità cioè che hanno di sembrare umani. Una foto scattata in Russia presente nel libro ci mostra un distributore automatico di personalità finte, che è possibile acquistare allo scopo di esibire un numero cospicuo di seguaci. Il tutto può avere ovviamente in
teressanti ricadute economiche e/o politiche se sei un influencer.
L’argomento è diventato da tempo anche terreno di studio. Sia per i Social, che vanno a caccia di profili fake per poterli eliminare, sia per i singoli utenti che, utilizzando per esempio un programma on line come Botomer (attualmente sparito dal web), hanno la possibilità di riconoscerli su Twitter. Si raccomanda di fare attenzione ai falsi positivi e di controllare sempre “manualmente” il profilo segnalato.
La politica poi, a giudicare da quel che ci dicono gli autori, già da tempo ha visto un uso massiccio dei fake. Addirittura per vere e proprie campagne di sostegno o denigrazione (botnet). Con l’uso massiccio e ossessivo di messaggi ripetitivi, per esempio, oltre che con i semplici like. A Sinistra da parte dei Laburisti inglesi, per dirne una. In Italia invece largo uso sembrerebbe ne sia stato fatto da due esponenti della Destra: Salvini e Renzi. Ma tutto, in questo campo, è sempre da verificare bene. Il che non è facile.
Intanto è bene attrezzarsi a convivere anche con la falsità delle macchine. Anche perché, ahimè, non esistono le rassicuranti Leggi della Robotica di cui parlava Asimov. (Ettore Martinez)