Di Nicola Montisci
Una marea gialla ha conquistato da diversi anni la Sardegna: ecco la Seuinstreet band!
Nati nel cuore dell’isola, a Seui, comunità operosa e piena di energia, si son fatti conoscere in questi anni con la loro musica e i loro entusiasmo.
Giovanissimi, ragazzi e adulti, più generazioni che si uniscono in uno spartito dando vita a esibizioni animate per le vie dei paesi e delle città.
La Seuistreetinband muove i primi passi tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019 dalle fila della Centenaria Banda Musicale G.Rossini, “grazie ad una serie di incastri particolari e persone al posto giusto nel momento giusto” come ci racconta Stefano Gaviano, uno dei promotori del progetto, da sempre attivo per mille iniziative a servizio della comunità seuese.
“Nei mesi ed anni immediatamente precedenti – spiega Stefano, che ci guida in questa intervista -avevamo lavorato davvero bene con la scuola di musica tanto da avere tra le nostre fila tanti giovanissimi (undicenni, dodicenni e tredicenni) con un bell’entusiasmo ed una voglia di mettersi in gioco tipica della primissima età, contemporaneamente uno “zoccolo duro” di bandisti con tanta esperienza e voglia di sperimentare nuovi generi musicali. Tutte queste premesse, come dicevo prima, hanno trovato le persone giuste al momento giusto: i giovanissimi Maestri Adriano Sarais e Francesco Oppes, che con le idee chiare e con una passione davvero contagiosa per il jazz, il funk, e più in generale per le street band, fin dal primissimo giorno, hanno stuzzicato la nostra curiosità e ci hanno fatto scaccomatto: “lavoriamo per creare una street band”.
– Quale è stata l’idea iniziale?
Sapevamo “bene” cosa fosse una street band: durante le edizioni de “Su Prugadoriu” a Seui ne son passate davvero tante, ci affascinava quell’irresistibile allegria e la freschezza contagiosa tipica di quelle formazioni. Fondamentalmente volevamo divertirci ed avere nuovi stimoli, consci del fatto che un’Associazione è forte quando riesce ad tendere un orecchio alla società che cambia e che chiedere sempre cose diverse.
– Cosa è successo, poi, in tutti questi anni?
E’ successo che “l’onda gialla”, come ci hanno soprannominato per le nostre inconfondibili magliette gialle, è stata un vero e proprio tsunami. Ci ha inghiottito, ci ha ricaricato le batterie, ci ha dato tantissimo entusiasmo, ha avvicinato alla nostra Associazione tantissimi amici, musicisti e bambini che hanno deciso di intraprendere lo studio di uno strumento musicale. La cosa, se mi posso permettere, più bella in assoluto è stata quella di unire un intero paese, Seui ha sempre avuto un grandissimo cuore per la Banda Musicale Rossini e l’interesse e l’incoraggiamento da parte della comunità per questo nuovissimo progetto non è stato per nulla da meno. In più ovviamente, non posso non citare il grandissimo successo in tutta la Sardegna, anche confrontandomi con “colleghi” musicisti e bandisti di altre realtà mi hanno confermato il fatto che il movimento che si è creato e che ancora si sta creando intorno alla nostra Street sia praticamente un unicum in tutta l’isola, tanto che in praticamente 2 anni abbiamo avuto la possibilità di suonare in lungo ed in largo per la nostra terra.
– Il momento più difficile che avete vissuto per la band?
Sicuramente il periodo del Covid, anche se, siamo pur sempre degli ottusi montanari: non sopportiamo restare a piangerci addosso. Sicuramente è stata dura non poter suonare in giro o semplicemente non poterci vedere tutti assieme per provare ma, come si suole dire, abbiamo fatto “di necessità virtù”, abbiamo continuato a fare lezione online, approfondito materie musicali che durante l’anno scolastico, per via dei tempi sempre risicati è difficile trattare e abbiamo progettato l’immediato futuro, certi che appena fosse finito quel triste periodo ci sarebbe stata davvero tanta voglia di musica: i fatti ci hanno effettivamente dato ragione.
– E ora curiosiamo! Presentaci in breve la formazione dal suo interno…
Al completo siamo 38 suonatori, la forza della musica ed in generale della bande musicali è l’inclusione ed il nostro gruppo è davvero molto variegato, passiamo dal bambino di 9anni all’adulto di 70 in mezzo, liceali, operai, ferrovieri, impiegati, guide turistiche, jazzisti di professione, agricoltori, elettricisti, fonici etc etc: c’è davvero, davvero di tutto! Circa l’80% è formato da Seuesi, ma il restante 20% è composto da musicisti di praticamente mezza Sardegna. Suoniamo e balliamo contemporaneamente per uno spettacolo davvero unico nel suo genere. La cosa davvero bella è che la nostra sede è aperta 365 giorni l’anno, ed è un punto di ritrovo fondamentale per ragazzi e non che stanno bene assieme e crescono e vivono in un ambiente altamente stimolante e formativo.
– Come è difficile gestire, immaginiamo, tanti ragazzi e tante teste?
Sembrerò retorico ma i nostri ragazzi son davvero speciali, educati, disponibili… spesso mi fanno arrabbiare ma è davvero impossibile non volergli bene, non glielo dico mai abbastanza perché fondamentalmente mi piace giocare a fare il duro, ma sono davvero importanti per me. Non bisogna mai dimenticare che sono in un’età speciale, credo la più importante per la vita: quella della formazione. Mi piace sempre provare a confrontarmi con loro, a fargli capire che l’Associazione, il progetto è il loro, devono “esserne gelosi” ed essere sempre protagonisti, nel bene e nel male. Non bisogna poi dimenticarsi che in te vedono un punto di riferimento, essere posto in questo senso è sempre, per te, un bell’onere. Devi essere davvero pronto a tutto, dal consiglio d’amore alle ripetizioni di filosofia e latino (son capitate entrambe le cose ahahah).
– Quali son le difficoltà che trovate oltre la band?
Le difficoltà di ogni giorno e della vita quotidiana: non siamo dei professionisti e dunque spesso la priorità va a lavoro e studio, contemporaneamente però è anche vero che come hobby lo prendiamo davvero tutti molto seriamente. Una difficoltà che è nell’immaginario comune e che con orgoglio sfatiamo continuamente è quella di vedere Seui come un paesino dove è impossibile fare roba di qualità… penso che sia esattamente l’opposto, la forza di un paese è davvero enorme, va saputa gestire.
– Qual è stata la serata indimenticabile, quella che potrete custodire nei ricordi?
Potrei farne un elenco. Se dovessi citarne solo una direi “Cagliari No Limits” una fiumana di gente al centro della città per un evento sportivo organizzato da una Associazione: L’Olimpia Onlus ed dal suo leader Carlo Mascia, formata da Atleti davvero speciali riuniti in uno slogan che è impossibile non condividere: “Da più di trent’anni dimostriamo che l’handicap può fermare tutto tranne la voglia di vivere”. Sono dei ragazzi d’oro che ogni volta che ci troviamo a collaborare ci insegnano davvero tantissimo.
– Seui, un piccolo centro ma sempre molto dinamico, qual è il segreto di tutta questa vitalità?
E’ un paese che ha deciso che è vietato arrendersi. E’ un paese di grande cultura, abbiamo, tra le tantissime cose, una Pinacoteca del 1600, un ex Carcere Spagnolo, un festival davvero innovativo di musica alternativa SeuinMusica (sempre a fine Luglio), tantissime Associazioni, eventi sparsi durante tutto l’anno.
Sono di parte ma è un posto speciale, non so nemmeno io perché ma ha insita una forza che ci riconoscono in tanti, soprattutto da fuori.
– Sfera di cristallo. Progetti del presente e del futuro per la band?
Ci piacerebbe sempre più iniziare a suonare musiche nostre, fare un disco e chissà magari seguire le orme di quei Funk Off e del loro leader il Maestro Dario Cecchini che tanto ci ha aiutato nella fase della formazione della band. Tra gli obiettivi c’è sicuramente quello di fare di Seui e della nostra Scuola di Musica (le iscrizioni sono sempre aperte) un faro per il territorio e per la musica in Sardegna. Ovviamente continuando a girare l’Isola e a suonare in decine e decine di eventi, sagre etc etc.
– La canzone che più vi rappresenta?
Siamo molto legati alle musiche dei Funk Off che sono davvero dei veri e propri capolavori, forse però quella che più ci chiedono quando andiamo fuori è “Coco” dei Lucky Cops una band americana davvero mostruosa.
– …un sogno?
Per un sognatore come me avere a diposizione un solo sogno è davvero tosta… ma, in questo caso, non ho dubbi: uscire fuori dalla Sardegna e suonare nella nostra Penisola.