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Noterella sull’Invidia (dal Fedro di Platone)

Di Ettore Martinez

Nel Fedro, fra le altre cose, Platone fa descrivere a Socrate una sorta di processione divina che avviene al di sopra della volta celeste e alla quale partecipano oltre gli dèi e i demoni (che sono divinità inferiori e non hanno niente di “diabolico”) anche le anime degli uomini.

«Il grande condottiero del cielo , Zeus , spingendo un carro alato, avanza per primo, disponendo per bene ogni cosa e prendendosene cura. Lo segue un esercito di dei e demoni, ordinato in undici schiere; solo Estia infatti rimane nella dimora degli dei. Invece gli altri dei che, compresi nel numero dei dodici, sono posti a guida delle schiere, conducono la propria schiera ciascuno secondo l’ordine assegnato . Le evoluzioni compiute all’interno del cielo dalla stirpe degli dei beati, mentre ciascuno di essi assolve al proprio dovere, sono numerose e fonte di beatitudine a vedersi. Ciascun dio é seguito da chi, di volta in volta, vuole e può farlo; l’Invidia infatti resta esclusa dal coro degli dei ».
Da un veloce e sintetico esame di questo testo si ricava che due divinità non *possono* partecipare a questa sacra processione divina : Estia (per i Latini: Vesta) che ha il compito di vegliare sul fuoco sacro che non deve spegnersi mai e lei, l’Invidia – “esclusa”. Come potrebbe infatti partecipare?

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