Ad un anno dall’inizio della guerra in Ucraina, la Galleria Macca ospita fino al 31 marzo la mostra Camouflage del pittore Sasha Roshen, a cura di Valeriia Pliekhotko: l’artista di Kharkiv ci racconta il conflitto attraverso l’operato delle persone comuni, capaci nel loro piccolo di cambiare il corso della storia.
È proprio in questo contesto che è nato il progetto Camouflage: con l’inizio dell’invasione russa, il 24 febbraio 2022, iniziarono fin da subito a formarsi organizzazioni di volontari che contribuivano a raccogliere fondi e consegnare mezzi e attrezzature alle varie divisioni dell’esercito. Ma venivano anche creati a mano alcuni articoli mancanti, come le reti mimetiche- camouflage appunto– formate da strisce pretagliate di tessuto intrecciate su reti da pesca.
Roshen si è interessato a questa pratica dopo aver ascoltato i racconti di sua madre che, rientrata a Kyiv nel maggio del 2022, ha iniziato a fare volontariato e a tessere tele mimetiche. La madre di Sasha ha documentato l’intero processo, condividendo le impressioni che le trasmetteva questa attività: diversi volontari lavoravano contemporaneamente su una rete e, dopo un po’ di tempo, ogni persona si abituava a ricreare un certo schema sul tessuto, come se vi apportassero la propria firma.
Come se fossero artisti, e il risultato la loro opera collettiva. La tavolozza con cui viene realizzata la rete cambia a seconda della stagione, tonalità calde del verde e del marrone in primavera e in estate, e tonalità fredde del marrone e del grigio in autunno e in inverno.
“La mostra Camouflage impone una seria riflessione sul significato della guerra e quanto questa possa influire sulla poetica di un artista”, ha commentato entusiasta Efisio Carbone, direttore del museo MACC di Calasetta. “Sasha è un artista ucraino, un pittore straordinario che ha voluto riversare sulla tela un suo forte omaggio alle comunità ucraine. Lui lo fa da artista, facendosi ambasciatore lontano da casa con il preciso compito di sensibilizzarci tutti. La nostra fondazione intende prolungare la preziosa presenza di Sasha e di Valeria in Sardegna, iniziata nell’ambito del progetto Et in Arcadia Ego, residenza per artisti ucraini in dialogo con artisti italiani”.
“Sasha e Valeria – spiega Carbone – si son trovati a lavorare insieme durante le residenze. Sasha ha creato delle opere frutto dell’ispirazione avuta dai lavori artistici collettivi che le comunità ucraine nelle varie città stanno svolgendo, ovvero le reti di camouflage che servono a nascondere e proteggere gli obiettivi sensibili dai bombardamenti russi”.
La mostra, a Palazzo Amat in Via Alberto Lamarmora, 136, sarà visitabile fino al 31 marzo, ogni martedì, giovedì e venerdì dalle 19 alle 21, o su appuntamento.