Di Nicola Montisci
Sono tutti dj, alcuni anche “made in Sardinia”, ma con la mente, il linguaggio e la capacità di farsi apprezzare ovunque. Sono stati in Messico, per un tour, coordinato da Siko, direttore artistico e dj.
“Questa è la prima tappa del tour in Sud America al quale ho lavorato col mio socio negli ultimi mesi – commenta Siko – e a sto giro stiamo accompagnando Paul Cart per il suo primo tour oltreoceano, ma anche per creare connessioni attraverso il format che abbiamo lanciato la scorsa estate a Ibiza, ovvero Eclectic”.
Eclectic è il party ufficiale dell’agenzia che ha ideato con un obiettivo preciso e ben definito: “far conoscere gli artisti e creare opportunità in giro per il mondo”. Allo stesso tempo la filosofia è vicina al territorio: “Coinvolgere i dj resident del luogo che ci ospita e poter offrire anche ai partner con cui stiamo collaborando l’opportunità di poter performare in altre parti del mondo, pur non facendo parte della nostra agenzia. Come nel caso di Giacomo Busonera o Kei Hevert”.
Siko non nega che andare lontano dalla Sardegna è stato un modo per concretizzare alcune idee, complicate da realizzare nella propria terra d’origine per tanti motivi: “Eclectic è esattamente quello che ho sempre immaginato come concetto di party nel caso avessi dovuto mai averne uno. Cosi è stato”. Musica a 360°, i dj tutti con la stessa importanza e visibilità, meno dj in line up ma più tempo “affinchè possano esprimersi al meglio, senza imposizioni, senza limitazioni”. E poi nessuna etichetta, nessun genere predefinito.
Per Siko la Sardegna è amore, radici ma anche per certi versi “prigione”. In pandemia la musica è stata una necessità che gli ha permesso di sopravvivere, oltre alla sua impresa con cui ha dovuto sostenersi. Ora si guarda altrove, con idee precise: “Siamo camaleontici, possiamo passare dalle sonorità house a quelle più techno attraverso svariate sfumature, di conseguenza invito gli artisti che reputo più adatti al contesto, affinche si sentano liberi di potersi esprimere senza scendere a compromessi”.
Intanto Ecletic prende aerei e va lontano. Domenica 15 Gennaio dopo mesi di intenso lavoro c’è stata la prima edizione di “ECLECTIC In The Jungle”. Il suo, come ci spiega, è un gruppo di “formiche in mezzo a grandi colossi come Elovate, Afterlife, Circoloco, Keinemusik, Black Coffee e Core (Tomorrowland): “Abbiamo impostato strategicamente il nostro evento come after party di chiusura del Tomorrowland e siamo riusciti a riunire circa 800 persone provenienti da diverse parti del mondo all’interno di una struttura decisamente esclusiva e con degli scenari mozzafiato”.
Non sono mancati i complimenti e le approvazioni di tutti, ma anche le conferme da parte dei proprietari della struttura, sulla base dei numeri generati.
Un altro party riuscito si è svolto qualche domenica fa a Tulum, in Messico, l’Ibiza invernale: “Tutti parlavano della nostra festa. Questo ci ha permesso di guadagnarci rispetto e credibilità, infatti ci è stata già confermata la data per il prossimo anno”.
Dal Messico alla Colombia ci sono tanti chilometri. Ma Ecletic ha deciso di colmare le distanze: a Medellin nel leggendario barrio “Comuna 13”, senza alcuna fee e di con l’idea, spiega Siko, di contribuire “attraverso il linguaggio universale della musica alla diffusione della cultura del clubbing, lasciando eventuali proventi ai bambini del barrio.
Non sarà solo una data. Si lavora per altre, oltre a una puntata su Bogotà per suonare in uno dei più importanti club del mondo, l’ Octava, 91esimo su 100 secondo la classifica stilata da DJMag. Che, purtroppo, è stato colpito da un incendio proprio qualche giorno prima. E quando salta una data, c’è l’effetto domino e la ricalendarizzazione del tour.
Pronto il piano B, come ci spiega: “Continueremo verso Lima come punto di riferimento e resteremo credo siano alla prima quindicina di marzo toccando anche Cile ed Ecuador, per poi tornare eventualmente in Colombia se ci confermano le date, oppure su Città del Messico o Guadalajara. Decideremo strada facendo…”
A Primavera poi il rientro in patria per il calendario primaverile e soprattutto dell’estate anche per tanti altri artisti tra cui Mr. Bizz, ovvero i fratelli Matteo e fabrizio Floris.
La Sardegna come punto centrale per partire e tornare ma mai fermarsi per via dei limiti: “La musica non è valorizzata e purtroppo manca un’idea di collaborazione e di crescita tra artisti. Chi vuole fare davvero qualcosa deve andare fuori, creare contatti e connessioni, proporsi a un pubblico diverso e a operatori più ricettivi, fermo restando che deve avere talento e qualità”.