Il videogioco che ti fa perdere in un paesino della Sardegna degli anni 80 - vere.news vere.news

Il videogioco che ti fa perdere in un paesino della Sardegna degli anni 80

di Nicola Montisci

Sperimentare la sensazione di perdersi in un paesino italiano degli anni ’80, circondati dai poster elettorali di Craxi, può essere un’esperienza orripilante. Lo dimostra Saturnalia, un videogioco horror sviluppato dallo studio italiano Santa Ragione, ambientato nella fictizia cittadina di Gravoi, situata nell’entroterra della Sardegna.

Il gioco, che si svolge nella notte del solstizio d’inverno del 1989, vede quattro protagonisti – la geologa Anita, il fotografo Paul, la ribelle Claudia e Sergio – braccati da una misteriosa creatura antropomorfa mascherata che emerge dalle profondità della terra.

Gravoi è un labirinto di strette viuzze immerse nell’oscurità, illuminabili solo per breve tempo grazie a qualche fiammifero. Non ci sono bussole o altre indicazioni a schermo per trovare la strada, ma solo alcune cartine turistiche affisse in giro per la città. Inoltre, la disposizione degli edifici può cambiare casualmente in determinate circostanze, complicando ancor di più l’esplorazione.

Saturnalia –  disponibile su PC e Mac (su Epic Games Store), PlayStation 4 e 5, Xbox One e Xbox Serie S e X e Nintendo Switch – è una metafora della difficoltà di orientarsi nella realtà, soprattutto nelle città moderne, dove l’utilizzo di Google Maps e di altri sistemi digitali automatizzati ha reso difficile perdersi e quindi capire il passato della città stessa. Perdersi nelle strade di Saturnalia significa perdersi nello spazio e nel tempo, poiché le città italiane sono spesso un intricato puzzle di strade, edifici e vicoli che raccontano la storia del passato.

Lezione finale. L’uso eccessivo di strumenti tecnologici per orientarsi possa rendere le persone meno consapevoli del loro ambiente circostante e dei percorsi che hanno compiuto. Mentre può essere utile per trovare la strada giusta, la tecnologia può anche limitare la nostra comprensione della città in cui viviamo e della sua storia. In questo senso, perdere la strada senza Google Maps come accade in Saturnalia può diventare un modo per capire il passato e apprezzare la città in modo più completo e profondo.

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