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Il Giovedì dell’Angelo

di Angelo Cerina

L’inchiesta di Bergamo a chi fa paura? Se avevamo qualche dubbio, ora abbiamo solo certezze: il COVID è stata una storiaccia tragica e brutta.

La cortina fumogena che hanno messo intorno all’inchiesta giudiziaria in corso lo dimostra. In un paese poi come l’Italia, dove qualsiasi inchiesta che coinvolga politici o personaggi pubblici viene accolta come un trionfo della giustizia al primo avviso di garanzia, e il tintinnio di manette viene sbandierato su giornali e tv, prima ancora di conoscere la notizia di reato, in un paese così tragicamente cresciuto negli ultimi 40 anni, fa scalpore che l’inchiesta della procura di Bergamo sia stata da subito bollata come inopportuna ed addirittura gravissima.

Questa operazione di delegittimazione è stata messa in piedi da tutti quelli che in questa vicenda ci hanno mangiato e di chi complice interessato li ha spalleggiati, come dei picciotti asserviti ai capi bastone, per essere più precisi parlo di una classe politica che ha gestito questa sciagura, dei suoi adepti tecnici e sanitari, di chi parlava a nome del mondo scientifico che tra parentesi è un mondo che non esiste ed, ovviamente, parlo della stampa.

Fa impressione davvero questa omertà che vorrebbe convincere l’ opinione pubblica a dimenticare in fretta tutto, non farsi domande su quello che è stato e a guardare avanti, con il mantra o se preferite la parola d’ordine del è stato fatto tutto quanto era possibile fare.

Poco importa perciò se non avessero un piano pandemico aggiornato ed avessero però dichiarato all’OMS di averlo. E poco importa ancora se in quello che avevano vecchio di 15 anni c’era scritto testualmente “che tale tipo di patologie infettive virali dovevano essere affrontate precocemente nel territorio senza coinvolgere gli ospedali”. Hanno fatto l’esatto contrario, tutta roba che a quanto pare non conta niente.

Ciò che fa più impressione è che a difesa di questa crociata sulla inchiesta “inutile” e “scellerata”, si scaglino senza alcuna competenza in materia alcuni giornalisti di cronache giudiziarie, quelli dalle condanne facili e soprattutto prima delle sentenze.

Ed è così che l’altro giorno ho sgranato gli occhi leggendo in prima pagina un articolo di fondo su un giornale locale che bollava questa inchiesta, come una inchiesta senza logica. Chi si avventurava a leggere si rendeva conto dopo due righe che in realtà più che mancare la logica alla inchiesta mancavano argomentazioni e competenza a chi si era avventurato a scrivere su un argomento così delicato e importante senza avere la benché minima competenza in materia sanitaria, ma con il solo scopo di delegittimare e far perdere credibilità ai magistrati, proprio da chi al contrario li ha sempre difesi in vita sua ed anche delle volte in maniera imbarazzante, quando ad esempio prendevano delle imbarcate paurose come delle clamorose sentenze dimostrarono, ad esempio un gioiellere amico mio su tutti.

Dunque più si va avanti e più passa il tempo e più ci accorgiamo che c’è tanto di quel marcio che la puzza inizia a diventare insopportabile.

Mi auguro che qualcuno abbia voglia di tapparsi il naso e di andare avanti senza farsi spaventare ed intimorire da fanfaroni ed imbonitori al seguito.

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