di Francesco Cucinotta
Ci ha messo cinquantanove giorni, quasi due mesi per fare il giro completo della Sardegna a nuoto. Da Marina Piccola a Marina Piccola in senso antiorario: partito lo scorso 1° luglio verso la costa orientale, è arrivato domenica 28 agosto da quella occidentale, dopo aver nuotato per settecento lunghissimi chilometri. Scortato dal suo gommone e dal suo staff, ha affrontato le onde, le correnti avverse, le fatiche muscolari e persino le meduse, nuotando a volte tra i delfini. Un’impresa sportiva pazzesca e unica nel suo genere quella di Corrado Sorrentino, ex campione cagliaritano di nuoto e ora direttore tecnico presso la piscina Atlantide di Cagliari.
Un’impresa ancora più straordinaria se si pensa che è riuscito a rispettare il calendario che si era prefissato, nuotando mediamente per 12 chilometri a tappa (spesso sono stati di più, per garantirsi un vantaggio o per recuperare terreno quando il mare non gli ha permesso di nuotare in sicurezza) e rispettando gli impegni presi nelle tante località turistiche della costa in cui ha stazionato con il suo camper, spesso assieme a Sonia, la compagna di una vita, e con i suoi cagnolini, Nina e Tobi. Un progetto, il suo, non da tutti e per certi versi fuori da ogni logica: “ma io sono un po’ pazzo, sono uno determinato, se decido di fare qualcosa la faccio, la porto a termine e non mi ferma nessuno”.
E questa sua determinazione ha fatto sì che crescesse di giorno in giorno il sostegno delle persone che hanno seguito con trepidazione le sue dirette su Facebook, numerosi video che hanno confermato le qualità del Sorrentino nuotatore e che hanno svelato anche un Sorrentino nelle vesti di piacevole narratore. Tutto questo sempre nel nome di Amelia, il suo angelo custode, che quasi quattro anni fa ha lasciato fisicamente questo mondo, ma la cui presenza è tangibile attraverso l’operato dell’associazione a lei dedicata, che lavora per aiutare i bambini in ospedale. E il Giro di Sardegna a nuoto è stato innanzitutto una lunga raccolta fondi a favore dei bimbi dell’ospedale Microcitemico di Cagliari: “ho sempre avuto l’istinto di fare qualcosa per gli altri, quando poi è andata via Amelia ho capito che questa sarebbe stata la mia missione. Dal momento in cui lei non ha avuto più le sue opportunità, ho capito che avrei dovuto impegnarmi per darle a chi ne avesse bisogno, perché la verità è che io ho tutto, non ho bisogno di niente, sono circondato da persone che mi vogliono bene”.
E come si fa a non volergli bene. Oltre al campione sportivo, infatti, Corrado è innanzitutto un padre e un uomo da seguire: trascina e si fa trascinare, si commuove e scherza subito dopo, esulta dopo aver baciato il suolo di Marina Piccola e si gode l’abbraccio infinito della sua gente. Proprio come nelle favole, quelle belle veramente.
Cosa significa per te aver concluso un’impresa del genere e ricevere l’affetto di così tante persone?
È incredibile, non mi aspettavo un pubblico così numeroso, è una sensazione pazzesca, questo mi fa capire che non siamo persi del tutto nell’inutilità caotica delle nostre giornate, ma che esiste ancora un sentimento forte tra le persone, un sentimento che unisce.
Ho sempre pensato di essere solo cagliaritano, ma il giro della Sardegna mi ha fatto capire che sono innanzitutto sardo e sono orgoglioso di esserlo. Questo alla fine è stato il progetto di tutti e la cosa mi riempie d’orgoglio.
Com’è nata l’idea di fare il giro dell’isola a nuoto?
L’anno scorso, dopo il giro a nuoto dell’isola di San Pietro, Sonia mi ha chiesto se avessi in mente un nuovo progetto e le risposi che mi sarebbe piaciuto ripetere l’iniziativa per le altre isole minori. Al che, a mo’ di battuta, lei stessa propose di fare il giro dell’intera Sardegna, una volta finite le isole minori. La cosa è nata scherzando, ma piano piano mi sono convinto che sarebbe stato possibile. E quando mi metto in testa una cosa, non mi ferma più nessuno.
In questi due mesi, dal 1° luglio al 28 agosto, c’è stato un momento in cui hai pensato di non farcela?
Mai. Mai, nemmeno dopo il guasto al motore del gommone o quando ho dovuto nuotare fra le onde e controcorrente. La tappa di Buggerru è stata la peggiore in assoluto: oltre quattro ore fra onde allucinanti. Ero preoccupato per gli amici a bordo del gommone. Ma superare quei momenti ti rende più forte e quella tappa ora è anche fra le migliori.
A caldo, quali sono stati i momenti più belli?
È stato tutto bello, ho vissuto questi 59 giorni come se fossero un solo giorno lunghissimo. Nonostante la routine massacrante e la fatica di dover percorrere a nuoto 12 km ogni giorno, mi porto dentro una soddisfazione enorme, sia sotto il profilo sportivo che quello emotivo. Ovunque, lungo tutte le coste sarde, sono stato accolto come uno di casa e ho avuto la fortuna di poter guardare le persone negli occhi e vederne la profondità. Non c’è niente di più bello che potersi unire alle persone a livello mentale e morale.
Durante le tue innumerevoli dirette sui social, in queste settimane, la gente che ti ha seguito e sostenuto è cresciuta in maniera esponenziale. Alcuni hanno ammesso che senza i tuoi video si sentiranno più soli. Ma da domani cosa farà Corrado Sorrentino?
Non lo so. Credo che mi ributterò in acqua, dopo almeno tre giorni di riposo però! Riprenderò poi ad andare in giro per le scuole, a portare i doni ai bambini in ospedale durante le festività. Posso anticipare, inoltre, che ho già in mente un progetto per l’anno prossimo, meno impegnativo ma altrettanto interessante. Durerà quattro mesi, ma sarà frazionato e non continuativo come questo. Non svelo nulla perché prima voglio essere certo di poterlo realizzare, anche se tutta questa partecipazione e questo affetto mi lasciano ben sperare.
L’hanno soprannominato Acquaman. E per una volta ci piace pensare che i supereroi esistano veramente.