Di Barbara Leo
In questo periodo –in lieve ritardo rispetto al Natale, che è tradizionalmente collegato a questo oggetto – i nostri cieli sono solcati dalla cometa C/2022 E3.
La “Stella di Betlemme”, il fenomeno astronomico che secondo il Vangelo di Matteo guidò i Magi, per la maggior parte degli storici si colloca tra gli anni 7 e 4 a.C., nell’arco di tempo nel quale dovrebbe essere avvenuta la nascita di Gesù.
Gli studiosi sono invece per lo più propensi a credere che ‘la stella’ nel cielo di Galilea non fosse un singolo oggetto celeste, ma una congiunzione di pianeti; già Keplero segnalò che nell’anno 7 a.C. vi fu una congiunzione di Giove con Saturno, evento molto raro, che si verifica ogni 805 anni e si è di recente ripetuto il 21 dicembre del 2020. Ulteriori calcoli rilevano che Betlemme si trova proprio nella direzione in cui la luce dei 2 pianeti poteva essere percepita da viaggiatori provenienti da Oriente.
È stato anche ipotizzato che la stella descritta nel Vangelo fosse la cometa di Halley, anche se l’iconografia cristiana più antica non rappresenta mai l’astro sulla Terrasanta dotato di una coda.
La raffigurazione divenuta oramai tradizionale si deve a Giotto che, più di 700 anni fa, nella Capella degli Scrovegni a Padova, dipinse un ciclo di affreschi sulla storia della salvezza, partendo da Gioacchino e Maria per giungere al Giudizio Universale. Sopra la raffigurazione della Natività è ben visibile una palla rossa che si trascina dietro una striscia conica dello stesso colore: è verosimile che il pittore stesse rappresentando la Cometa di Halley, vista con i propri occhi nel 1301, poco prima di dedicarsi agli affreschi. Quella di Halley, detta così dal nome del suo scopritore, è forse la cometa più famosa: il grande astronomo inglese, che la osservò nel 1758, capì infatti per primo che alcune comete orbitano intorno al Sole. La cometa di Halley fu visibile nel 1301, il suo più recente passaggio è del 1986 e tornerà nel nostro cielo nel 2061.
La cometa osservabile in questi giorni è anche detta “dei Neanderthal”, è stata visibile dalla terra circa 50.000 anni fa ed è chiamata così per la suggestiva ipotesi che sia stata colta dagli occhi dei nostri predecessori sul pianeta. Il nome completo di questa cometa è C/2022 E3 (ZTF) ed è stata scoperta dalla Zwicky Transient Facility (da cui il nome “ZTF”) il 2 marzo 2022, utilizzando il telescopio Schmidt. Il 12 gennaio sarà alla minima distanza dal Sole, mentre il 2 febbraio si troverà alla minima distanza dalla Terra, e raggiungerà la massima luminosità.
Dal 20 gennaio, fino a circa fine mese, e nei primi giorni di febbraio, sarà possibile osservarla ad orari non troppo faticosi. Non è visibile ad occhio nudo, salvo sorprese dell’ultimo minuto, se non in cieli davvero bui e in condizioni di visibilità perfette. Anche la luce lunare disturberà l’osservazione, quindi sarà utile dotarsi di qualche strumento, fosse anche un semplice binocolo.
Buona visione a tutti!