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Ascoli-Cagliari, l’analisi tecnica

di Angelo Cerina

Sicuramente il campionato del Cagliari non è finito stanotte ma sicuramente non è nemmeno iniziato stanotte anzi e purtroppo, questo è il problema, non è ancora mai iniziato il suo campionato.
Il Cagliari, infatti, che ha in mente Liverani, il Cagliari del 433, non esiste proprio, il suo gioco è inesistente, le giocate giuste sono frutto del caso ,così come tutti i risultati sono stati frutto del caso, sia le vittorie che i pareggi e addirittura e paradossalmente anche alcune sconfitte, quella di ieri ad esempio.
Bisogna perciò che chi ha responsabilità tecnica decida e decida in fretta di iscrivere il Cagliari al campionato di B,perché adesso il tempo stringe.
Insistere nel giocare con un 433, senza riuscire mai a riempire l’area e isolando l’unica punta in mezzo a aree piene di difensori avversari è un suicidio annunciato, anzi è peggio vuol dire rinunciare a giocare e consegnarsi all’avversario sperando nella buona stella.
La partita di ieri è stato l’esempio lampante di ciò che sto affermando dalla prima partita,ma se all’inizio si poteva sperare in un rodaggio non ancora messo a punto,ora non più,qui siamo di fronte ad un difetto di fabbrica vero,serio e che più passa il tempo e più può diventare irrisolvibile.
Ieri è successo quello che è sempre successo fino ad oggi. Il Cagliari con il suo organico assolutamente competitivo sulla carta, affronta una squadra questa volta come tante altre, di livello tecnico assolutamente inferiore, fa un possesso di palla lungo quanto sterile(64%!!!)senza produrre un tiro in porta e va al riposo sotto di una rete su calcio di rigore per una leggerezza della difesa,e rischiando poi il raddoppio.
Nella ripresa la musica non cambia,stessa cosa Nandez e Falco (poi Luvumbo ancora di più) che fanno il diavolo a quattro a destra(la fascia sinistra è dispersa non esiste nel Cagliari) ma una volta arrivati al limite dell’area non trovano nessun interno davanti a loro o al loro fianco che entri in area e crei situazioni vere nell’area avversaria,al contrario trovano solo tante maglie avversarie e la povera punta isolata in mezzo.Così il possesso lento e sterile, che subisce una piccola accelerata sulla fascia destra, finisce inevitabilmente per spegnersi sulla bandierina del calcio d’angolo, dove il povero Nandez ed il suo socio si rifugiano in attesa che arrivi l’interno in area a dare un senso alla loro incursione ,per cui si rifugiano li all’angolo nella terra di nessuno e se va bene otteniamo un angolo vero se no battiamo una infinita di calci d’angolo in movimento che producono il nulla cosmico!

La partita è tutta qui e forse tutto il campionato del Cagliari è racchiuso qui in questo equivoco tattico che andrà rimosso dalla testa di Liverani non domani ma oggi stesso,se no si rischia tanto per davvero!
Non è un caso se il poco di buono il Cagliari lo ha messo in mostra quando è passato al 442 negli ultimi scampoli di partita,sembra questo il modulo più adatto alle caratteristiche dei giocatori.
Per la cronaca,il secondo goal degli Ascolani nasce da un rinvio sbagliato del portiere ed il goal di Pavoletti grazie ad un errore del dirimpettaio ascolano,che però si riscatta poco dopo salvando il risultato.
Ancora e solo per la cronaca l’Ascoli ha giocato con un 352 che la dice tutta su quelle che era il loro piano,perfettamente riuscito.
Il Cagliari ha un organico che merita assolutamente un altro gioco,bisogna cambiare fino a che siamo in tempo.
Il “cambiare” è rivolto a tutti compreso il presidente,non mettiamo limiti alla provvidenza.

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