Milex, l’osservatorio indipendente sulle spese militari italiane lo ha scritto nelle sue elaborazioni: sono almeno 450 milioni di euro i fondi utilizzati dall’Italia per armare Kiev nella guerra contro la Russia.
Oggi era proprio all’ordine del giorno la discussione di una proroga degli aiuti militari all’Ucraina per alcuni mesi o per tutto il 2023, un impegno confermato dal neo-presidente Meloni e autorizzato con il con il Decreto legge n. 14 del 2022 approvato dal governo Draghi.
Nel decreto si specifica che l’Ucraina non dovrà pagare per riceverli. Top secret sulla tipologia delle armi, ma l’Indipendente ha riportato alcune indiscrezioni: sono stati inviati i semoventi MLRS, che possono trasportare 12 razzi con guida satellitare GPS e portata di 70 chilometri; i PZH2000, obici semoventi con un cannone da 155 millimetri a caricamento automatico e direzione di tiro computerizzata, capaci di colpire obiettivi fino a 40 chilometri di distanza (che arrivano a 70, se caricati con munizioni speciali).
Secondo Milex, l’ammontare degli armamenti che l’Italia avrebbe donato a Kiev ha un valore di 150 milioni di euro. La metà di questa cifra dovrebbe essere rimborsata da parte dell’Unione Europea. Tuttavia, “al netto dei rimborsi, la spesa già ipotecata da Roma è molto più alta”. L’Italia dovrà contribuire con il 12,5% dei contributi al fondo europeo “European Peace Facility” (EPF) istituito nel marzo 2021 a supporto delle spese militari europee.
Milex fa i calcoli. La quota italiana fino ad oggi è di 387 milioni di euro. Sommando questa cifra al 50% del valore delle armi italiane donate a Kiev – quota che non verrà rimborsata dal fondo EPF – si arriva ai 452 milioni di euro, ovvero quanto – secondo il rapporto Milex – l’Italia ha già speso per l’Ucraina.