di Barbara Leo, astrofisica e divulgatrice scientifica
Come ogni anno, nelle notti d’Agosto tornano le stelle cadenti di San Lorenzo, argomento dal doppio volto, scientifico e magico.
Secondo la tradizione cristiana San Lorenzo fu arso vivo nel 258 d.C., all’epoca dell’impero di Valeriano, in seguito ad una persecuzione e il 10 agosto si ricorda proprio il suo martirio, e le stelle cadenti rappresentano i tizzoni ardenti del rogo di Lorenzo oppure le sue lacrime di dolore.
Grazie all’astronomo italiano Schiapparelli, che nel 1866 scoprì il legame tra gli sciami meteorici e le comete, sappiamo che nessuna stella sta cadendo, ma che questi oggetti luminosi che solcano i nostri cieli, detti meteore, sono dei piccoli frammenti di asteroide, residui delle code delle comete che, entrando all’interno dell’atmosfera terrestre, si incendiano a causa dell’attrito. Prima di penetrare nella nostra atmosfera, vengono chiamati meteoroidi, e la loro velocità è compresa fra 11,2 e 72,8 km/s, per questo subiscono una notevole pressione dinamica che ne riscalda la superficie. Se dopo aver solcato il cielo, qualcosa sopravvive e tocca Terra, si parla di meteoriti.
Ma questo succede solo ad Agosto? Per nostra fortuna no, ma in queste notti estive è sicuramente più facile stare sdraiati ad osservare il cielo.
Lo sciame delle Perseidi, così chiamato perché il punto radiante, ossia la zona del cielo da cui sembrano irradiarsi le meteore, si trova nella costellazione di Perseo (in questo periodo sorge a Nord-Est intorno alle 23.30), deriva da una cometa, la Swift-Tuttle, che ha un nucleo di circa 10 km. Il suo ultimo passaggio al perielio è avvenuto nel 1992, e il prossimo si realizzerà nel 2126 (chissà ci sarà per osservarla). Le meteore che noi vediamo ora sono particelle rilasciate durante le passate orbite della cometa.
Ma la magia delle Perseidi ci accompagna da tanto tempo, infatti le prime osservazioni furono fatte dai Cinesi nel 36 d.C.
Solo nel 1866, a seguito del passaggio al perielio della Swift-Tuttle del 1862, però, si scoprí da cosa derivano questi oggetti “speciali”.
Piccola curiosità:
La perdita, avvenuta il 12 agosto 1993 del satellite per comunicazioni Olympus lanciato dall’Agenzia Spaziale Europea è stata attribuita alla collisione con una Perseide.
La parola desiderio deriva dal latino desiderium, ovvero “mancanza di stelle”. In antichità il mondo del cielo e degli astri influenzavano le scelte della vita quotidiana, ed è da qui deriva la credenza di osservare gli astri, poi chiudere gli occhi e desiderare l’avvenimento di qualcosa.
Nonostante le scoperte scientifiche, cercare le stelle cadenti per esprimere desideri è quasi un rito: Sicuramente non sarà un granello di roccia a far sì che i nostri desideri si avverino, ma prenderne atto e acquisirne la consapevolezza nel momento in cui si esprimono, può essere la spinta affinché si possano concretizzare.
Quest’anno la Luna Piena nei giorni di maggiore intensità dello sciame (12/13 Agosto) non ci aiuterà, ma fino alla terza settimana del mese, possiamo provare a cercarne qualcuna.
Buona visione!